Comune di Negrar di Valpolicella
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NEGRAR DI VALPOLICELLA: COMUNE E CONSORZIO DI BONIFICA VERONESE ILLUSTRANO ALLA POPOLAZIONE I LAVORI I CORSO PER LA SICUREZZA IDRAULICA DEL TERRITORIO

Pubblicata il 23/06/2021

Si è tenuto nel tardo pomeriggio di martedì 20 giugno presso villa Albertini ad Arbizzano l’incontro fortemente voluto dall’amministrazione comunale di Negrar di Valpolicella per illustrare gli interventi che il Consorzio di Bonifica Veronese sta portando avanti da circa due anni per migliorare la sicurezza idraulica del territorio dopo la disastrosa alluvione del primo settembre 2018.
Ha introdotto l’incontro, di fronte ad un pubblico numeroso e molto attento considerato anche l’orario ed il giorno feriale, il sindaco di Negrar Roberto Grison.
Il primo cittadino ha esordito, riprendendo una polemica nata qualche giorno prima sui social locali, spiegando che “quando vi sono problemi è giusto dare risposte, ma non mi piace che sempre più si utilizzino modalità e canali che certo non aiutano a comprendere la realtà tecnica delle questioni. Siamo qui questa sera per dare informazioni certe basate sull’ingegneria idraulica, in modo da ragionare su argomenti concreti e non su semplici opinioni. Tutti questi interventi – ha proseguito Grison - nascono a seguito dell’alluvione del settembre 2018. Immediatamente ci siamo mossi ed infatti già ad inizio 2019 si è potuto iniziare a pianificare, con l’aiuto del Consorzio di Bonifica Veronese, una strategia per far fronte ai gravi problemi che hanno coinvolto una grande parte del territorio a sud di Negrar. Grazie al Consorzio di Bonifica, alla Protezione Civile e alla Regione Veneto siamo riusciti ad accedere ad un finanziamento di 4 milioni e 500mila euro che ci permette di realizzare tutta una serie di opere strategiche. Come amministrazione lo riteniamo un risultato assolutamente importante. Con i lavori siamo partiti dalla zona dell’Adige e poi siamo risaliti lungo il territorio arrivando ora al Vaio del Ghetto. Per poi proseguire con altri due interventi che partiranno a breve”.
L’illustrazione tecnica dei lavori in corso è stata affidata al direttore generale del Consorzio di Bonifica ing. Roberto Bin, al direttore tecnico ing. Andrea De Antoni, che è anche progettista degli interventi, e all’ing. Francesco Udali che ha collaborato alla progettazione e segue in prima persona i cantieri.
L’ing. Bin ha spiegato le premesse degli interventi che, come si diceva, trovano origine dai fatti del settembre 2018. “Ci siamo subito accorti che l’acqua era uscita dal Novare, ed era da lì che si doveva partire. I finanziamenti arrivano dai fondi che la Protezione Civile, attraverso le ordinanze del Commissario per l’emergenza, Luca Zaia, ha messo a disposizione dei consorzi di bonifica del Veneto per la sicurezza idraulica del territorio regionale. Ci tengo a sottolineare che, stante l’assoluta eccezionalità dell’evento, per l’analisi idrologica a supporto della progettazione il nostro ufficio tecnico si è avvalso della consulenza del Dipartimento Territorio e Sistemi Agro Forestali – TESAF dell’Università di Padova”.
A prendere la parola quindi l’ing. Andrea De Antoni, direttore tecnico del Consorzio e progettista delle opere. “Il giorno stesso dell’evento eravamo presenti per valutare la portata di quanto accaduto, che subito abbiamo capito essere stata di intensità senza precedenti a memoria d’uomo. Quel giorno, infatti, sono caduti 200 millimetri d’acqua in due ore e mezza, mentre si parla già di bomba d’acqua quando ne cadono 50 in un’ora. Solo dal torrente Novare sono transitati fino a 20 metri cubi al secondo di acqua, che come una ruspa ne hanno divelto l’alveo in pietra. A questi si sono aggiunti altri 5 metri cubi al secondo dai bacini contermini e almeno altri 5 provenienti dalle campagne a sud di Negrar attraverso le strade pubbliche trasformate in fiumi. Sul Novare ci si possono aspettare 14 metri cubi al secondo statisticamente ogni 200 anni e nel 2018 ne abbiamo avuti 20. Quindi le previsioni ci dicono che un evento del genere potrebbe ripresentarsi tra non meno di 300 anni. Ciò nonostante, nel progettare abbiamo comunque considerato quanto accaduto, essendo fresca memoria storica e non un astratto dato statistico”.
De Antoni, quindi, ha illustrato i lavori realizzati dal Consorzio, tra cui lo scolmatore nel Progno di Negrar e il diversivo attorno a Corte Palazzina. Ha inoltre menzionato il problema innescato dall’urbanizzazione della Valfiorita avvenuto negli anni ’80, che ancora potrà causare problemi alla parte bassa di Arbizzano non del tutto risolvibili. “Lungo il vaio delle Bernardinelle” – ha proseguito – “andremo a realizzare una serie di briglie in pietrame. Qui il problema è anche il trasporto solido creato dalle frane che si possono staccare dai pendii laterali molto acclivi”. L’ing. De Antoni ha concluso menzionando l’intervento su via Montagnola e San Francesco, dove sono state posate due griglie a tutta sezione stradale e una condotta di scarico nel torrente Novare.
A dettagliare i lavori di ricostruzione dell’alveo del Novare è stato quindi l’Ing. Udali. “Qui si è reso necessario inizialmente un grande lavoro di manutenzione, con l’eliminazione di tutte le piante presenti nella sezione idraulica e il rifacimento dei muri di sponda. Nei pressi di villa Zamboni e a monte e a valle di Villa Bertani abbiamo anche realizzato delle rampe per poter accedere all’alveo con mezzi in caso si necessitassero interventi. Per quanto riguarda il Vaio del Ghetto, questione centrale di tutto l’intervento, a valle delle Poste di Arbizzano abbiamo pensato di intubare il tratto fino allo scolmatore garantendo che il tubo sia in grado di scolmare 4,6 metri cubi al secondo, migliorando quasi di quattro volte la capacità di portata esistente per rispondere ad aventi come quello del settembre 2018. Accanto alla tubazione principale, che ha un diametro di 120 centimetri, abbiamo anche posato una seconda tubazione più piccola, destinata principalmente a raccogliere l’acqua piovana proveniente dalle strade laterali con lavori che saranno tra breve iniziati dal comune. Abbiamo anche previsto alcune griglie per permettere all’acqua che proviene dalla strada di finire in questa seconda tubazione, che potrà scaricare anche quando sarà in funzione lo scolmatore. Tutto un sistema quindi pensato per rispondere a situazioni di precipitazioni anche gravi”.
Dopo la relazione tecnica, la serata si è conclusa con una serie di domande da parte del pubblico in sala, che ha chiesto approfondimenti sui singoli interventi e sulle manutenzioni in programma.
In allegato la presentazione che è stata illustrata dagli ingegneri del Consorzio di Bonifica Veronese ai partecipanti all’incontro.
 

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Allegato Presentazione_2021_PDF.pdf 18.2 MB

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